obiettivoIl caso di Anffas Fabriano

Fino ad oggi, nell'esercizio delle funzioni del Giudice Tutelare, specie nel caso tutele di persone maggiorenni con disabilità destinatarie di provvedimento di interdizione, si è guardato molto al potere di controllo e di autorizzazione che lo stesso può esercitare rispetto alla gestione (soprattutto patrimoniale) della tutela da parte del tutore. Ma occorre ricordare che, mutuando la disciplina prevista per la tutela dei minori , il Giudice Tutelare, ai sensi dell'art. 371 c.c. si pronuncia anche sul luogo dove sia più consono che la persona risieda o su come la stessa debba essere istruita e mantenuta.

Tali indicazioni valgono non solo nei confronti del tutore, ma anche verso quegli Organi Pubblici ed Enti che sono deputati a collaborare alla realizzazione della corretta presa in carico della persona persona con disabilità destinataria di provvedimento di interdizione, così come previsto dall'art. 344 c.c..

Sul punto è da segnalare la pronuncia del Giudice Tutelare di Fabriano del 22.02.2011 (scaricabile cliccando qui) che ha ritenuto di dover disporre la prosecuzione di un Progetto Educativo Individuale precedentemente redatto per una persona con disabilità destinataria di provvedimento di interdizione di Fabriano, fornendo alle Pubbliche Istituzioni anche chiare indicazioni sulle modalità di esecuzione del tutto.

Infatti, rispetto all'ipotesi dell'U.V.M. dell'Asur Marche 6, che riteneva, contrariamente a quanto previsto dal progetto individuale, di dover continuare ad assicurare alla persona con disabilità destinataria di provvedimento di interdizione il solo ricovero presso una struttura residenziale, non permettendo più anche la contestuale frequenza al Centro Diurno, il Giudice ha disposto in maniera diversa, riconoscendo anche la persistente necessità di attuare, al di là del ricovero in struttura, anche quelle attività riabilitative e risocializzanti fino ad allora fruite presso il Centro Diurno e precisando altresì che le stesse siano effettuate con rapporto assistenziale 1:1.

Il Presidente Nazionale Anffas Onlus Roberto Speziale alla notizia di tale provvedimento ha commentato: "Finalmente si è messa al centro la Persona, dando peso alle esigenze, aspirazioni e necessità del figlio con disabilità di un nostro associato, riconoscendosi valore prioritario al c.d. "progetto individuale" già redatto per tale persona e che, da solo, già avrebbe dovuto guidare le azioni delle Pubbliche Amministrazioni. C'è voluto un Giudice attento per ribadire tale priorità.

Ma non è tutto: la novità è anche che con tale pronuncia si è ricordato a tutti quale deve essere, in costanza di una misura di protezione giuridica (interdizione, inabilitazione e/o amministrazione di sostegno), la funzione del Giudice Tutelare nella sua continua attenzione per il benessere della persona protetta, anche facendo sintesi con le Amministrazioni e gli Enti che devono prendere in carico la persona stesso.

Tutto ciò è stato possibile anche grazie alla preparazione, interesse e caparbietà del Presidente di Anffas Fabriano che ha voluto dare un segno forte rispetto ai tagli lineari (a tutti solo un servizio) che si tenta di attuare sulle politiche per le persone con disabilità, ribadendo ancora una volta la centralità per tali interventi di un coerente ed efficace progetto individuale".

L'iniziativa di Anffas Fabriano si ricollega alla più ampia Campagna Nazionale Anffas sull'applicazione della Legge n. 328/00 che Anffas da novembre 2010 sta portando avanti in tutta Italia, nella consapevolezza che gli interventi per le persone con disabilità non debbano essere costruiti con la "miopia del bilancino", ma all'interno di un cambiamento di paradigma che guardi all'efficacia degli interventi stessi".

11 maggio 2011

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