Fonte comunicato stampa Forum Terzo Settore - “La notizia positiva è che la strada fin qui tracciata per il Piano per la non autosufficienza non sarà interrotta, anzi la prossima settimana dovrebbe già esserci il sì del Consiglio dei Ministri. Il dato che ancora non ci soddisfa sono le risorse messe a disposizione che riteniamo insufficienti a dare risposte in tutti i territori perché le differenze fra realtà e realtà sono ancora troppo profonde” così Roberto Speziale*, coordinatore della Consulta disabilità e non autosufficienza del Forum del Terzo Settore, spiega l’esito dell’incontro fra il mondo dell’associazionismo e il Ministro del Lavoro e Welfare Nunzia Catalfo sulla proposta  di un Piano per le non autosufficienze.

“Lo stesso ministero, attraverso il suo direttore del resto – fa notare Speziale – nell’analisi dei dati ha messo in risalto la forte sperequazione territoriale che la spesa sociale fa registrare ed il ritardo accumulato a causa de fatto che solo di recente il fondo è stato stabilizzato è reso strutturale. Non a caso una delle misure più significative è proprio il “buono di servizio” pari a 400 euro riparametrabili in basi ad altri servizi goduti”.

“Proprio per questo – dice Speziale – come Forum, su impulso della consulta, abbiamo richiesto al Presidente del Consiglio di incrementare progressivamente il fondo almeno a 5 miliardi, anche attraverso una ricomposizione della spesa, per ampliare la platea dei destinatari, che attualmente si stima in circa 120.000 persone tra gravi e gravissimi, e per poter avviare una concreta definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni”.

“Inoltre – aggiunge Speziale – abbiamo chiesto che venga dato un ruolo attivo agli enti di terzo settore ai vari livelli e che siano inserite precise indicazioni sugli aspetti occupazioni e qualità del lavoro e delle prestazioni rese, evitando forme di mera monetizzazione del bisogno o di lavoro sottopagato”.

“Il ministro – conclude il coordinatore della Consulta disabilità del Forum Terzo Settore – ci ha assicurato che porterà le nostre richieste all’attenzione del Consiglio dei Ministri e quindi è auspicabile che siano ascoltate. Perché sebbene il piano sia condivisibile nelle linee generali, ci sono ancora aspetti pratici che necessitano di un ulteriore approfondimento e confronto per scongiurare il rischio che poi l’impatto sulla vita materiale delle persone e dei territori del fondo e del relativo Piano continui a scontare le criticità fin qui registrate”.

*Presidente Nazionale Anffas

Per approfondire leggi l'articolo "Non autosufficienza, ecco il “Piano Zero”: più risorse ed equamente ripartite"