Fonte www.redattoresociale.it - Quattro mozioni, un unico obiettivo: contrastare la doppia discriminazione subita dalle donne con disabilità, individuando e realizzando azioni concrete che garantiscano la piena inclusione a tutti i livelli. Il 15 ottobre il Parlamento ha discusso e approvato all'unanimità i quattro testi, presentati da esponenti di diversi schieramenti politici. Spunto e fondamento normativo di tutte le mozioni è la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Comune è anche l'impegno chiesto al governo di contrastare ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne con disabilità, nei diversi ambiti della vita sociale. Diverse le azioni in cui tali principi vengono declinati e tradotti all'interno dei vari testi.

Non discriminazione in ambito sanitario

Per quanto riguarda l'ambito sanitario, la mozione 1-00243 (Lisa Noja e altri), prevede tra le azioni la tutela del “diritto all'autodeterminazione delle donne con disabilità anche sotto il profilo dell'espressione della propria sfera affettiva e sessuale, avendo particolare attenzione alle esigenze delle donne con disabilità intellettive, cognitive e comportamentali, assicurando il supporto di personale professionalmente formato operante nelle diverse tipologie dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali”. E chiede che “siano esposte alle pazienti con disabilità tutte le necessarie informazioni, con le forme e le modalità adeguate secondo le diverse condizioni di disabilità, per permettere loro di assumere decisioni sulla propria salute e sul proprio corpo senza alcuna coercizione e promuovendo, a tal fine, iniziative di formazione specifica e aggiornamento del personale medico e dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali coinvolti”. Chiesta anche la “piena accessibilità dei servizi e dei presidi sanitari, sociosanitari e sociali”. Allo stesso modo, la mozione e 1-00263 (Giusy Versace e altri) chiede di “migliorare la fruibilità dei servizi di assistenza sanitaria per le donne con disabilità, laddove gli stessi problemi di accessibilità fisica per le medesime donne, finiscono per escluderle troppo spesso da misure di medicina preventiva”. Sempre in ambito sanitario, la mozione 1-00264 (Alessandra Locatelli e altri) propone “percorsi di formazione specifica degli operatori sanitari esociosanitari tenuti a rapportarsi, a qualsiasi titolo, con la persona con disabilità vittima di violenza” e chiede di “valutare l'opportunità di adottare iniziative finalizzate a tutelare la piena libertà di scelta delle donne con disabilità, anche in ambito sanitario, sradicando ogni forma di coercizione e prevedendo, all'interno delle strutture, personale preposto a garantire la loro autodeterminazione, in grado di fornire le necessarie informazioni con le forme e le modalità adeguate in base alle diverse tipologie di disabilità”.

Rilevare e denunciare e le violenze

Per contrastare violenza e discriminazione, occorrono innanzitutto strumenti e supporti per denunciarle. Nella mozione 1-00243, si chiede dunque di “garantire, in modo più efficace, che tutte le ragazze e le donne con disabilità siano sempre poste nelle condizioni di ricevere ogni informazione per sporgere denuncia e adire la tutela giudiziaria nel caso siano vittime di violenza o discriminazione” e di individuare “azioni idonee a rispondere alle peculiari problematiche che devono affrontare le ragazze e le donne con disabilità vittime di violenza non soltanto nella fase della denuncia, ma anche nel successivo percorso di assistenza, di cura e di individuazione di percorsi per l'uscita dalla violenza”. Si chiede inoltre, nella stessa mozione, di “inserire riferimenti specifici alla discriminazione multipla ai danni delle ragazze e delle donne con disabilità in tutte le campagne di sensibilizzazione relative al tema della parità di genere e della lotta alla discriminazione, diffuse sui media e sui vari mezzi di informazione”. Allo stesso modo, la mozione 1-00262 chiede di “assumere iniziative per assicurare che le donne disabili ricevano tutte le informazioni utili per sporgere denuncia e adire la tutela giudiziaria nel caso siano vittime di violenza o discriminazione”. La mozione e 1-00263 propone di “istituire all'interno dell'Osservatorio nazionale sul fenomeno della violenza sessuale e di genere, un'apposita sezione dedicata all'approfondimento del fenomeno della violenza sulle donne con disabilità”. Sullo stesso tema, la mozione 1-00264 chiede che si introducano, “nell'ambito del 'Piano nazionale sulla violenza maschile contro le donne', azioni di sostegno nei confronti delle donne con disabilità vittime di violenza, garantendo un'assistenza continua a partire dalla fase della denuncia sino al successivo percorso di riabilitazione, di cura e di definizione di percorsi per l'uscita dalla violenza”. Una richiesta che torna anche nelle diverse mozioni è quella di “promuovere sistemi di rilevamento e valutazione della diffusione, della gravità e delle conseguenze del fenomeno della discriminazione multipla ai danni delle ragazze e delle donne con disabilità”.

Studentesse con disabilità

La scuola rappresenta un luogo privilegiato d'inclusione o, viceversa, di discriminazione. Per questo, la mozione 1-00262 (Francesco Lollobrigida e altri), chiede che si promuova “ogni utile iniziativa finalizzata ad integrare le donne con disabilità all'interno dei sistemi di istruzione ordinari e soprattutto a porre in essere specifici percorsi di formazione professionale volti a far acquisire competenze, adeguate alla condizione psicofisica delle donne, che risultino realmente spendibili nel mercato del lavoro"

Lavoratrici con disabilità

L'inserimento lavorativo delle donne con disabilità si scontra spesso con la “doppia discriminazione”: per questo, un'attenzione particolare è rivolta, in tutte le mozioni, al tema del lavoro. La 1-00243 chiede di “promuovere l'inserimento lavorativo delle ragazze e delle donne con disabilità, favorendo il loro accesso a forme di flessibilità adeguate alle specifiche esigenze connesse alla specifica condizione di disabilità considerata caso per caso, in particolare con riferimento agli orari lavorativi e ai congedi di maternità”. La mozione 1-00262 propone l'introduzione del “principio della parità di retribuzione a parità di lavoro svolto, anche attraverso l'introduzione di incentivi/sanzioni, contrastando quindi le discriminazioni salariali e garantendo la parità tra donne e uomini, in particolare per quanto riguarda le persone con disabilità”. Anche la mozione chiede “iniziative per promuovere e favorire l'inclusione sociale delle donne con disabilità, attraverso un effettivo inserimento nel mercato del lavoro, anche con riguardo ai congedi maternità e alla flessibilità degli orari, rafforzando la normativa vigente in materia o, se necessario, tramite l'elaborazione di nuove iniziative normative”.

Atlete con disabilità

Anche lo sport può essere un'opportunità negata alle donne con disabilità. La mozione e 1-00263 chiede dunque di “sviluppare progetti che favoriscano la partecipazione delle donne con disabilità ad attività di carattere sportivo” e di “valutare l'opportunità di assumere iniziative per prevedere specifici contributi al fine di facilitare l'inserimento lavorativo delle atlete paralimpiche che si siano distinte per meriti sportivi di livello nazionale ed internazionale”.