Fonte Corriere.it/salute - È ancora poco conosciuta e inutilizzata ma potrebbe ricevere un nuovo impulso proprio in seguito all’emergenza da Covid-19. La legge 112/2016 nota come «Dopo di noi», infatti, offre gli strumenti giuridici e anche economici (con un Fondo pubblico dedicato) alle persone con disabilità grave e alle loro famiglie per poter pianificare il futuro, quando i genitori non ci saranno più o non riusciranno a prendersi cura dei figli. 

Sono stati appena seimila, però, i beneficiari delle misure messe in campo nelle 12 Regioni che hanno trasmesso i dati al ministero della Salute.

Secondo le stime dell’Istat all’epoca della stesura della legge, invece, erano circa 127 mila i potenziali beneficiari. Del tutto irrisorio, poi, l’utilizzo di agevolazioni fiscali previste (si veda articolo sotto).

«Esiste una legge innovativa, sia pure migliorabile, per poter garantire ai nostri figli una vita dignitosa e l’inclusione sociale anche “dopo di noi”; ora, l’esperienza della Covid-19 evidenzia che è anche uno strumento per mettere in sicurezza il loro futuro» sottolinea Emilio Rota, presidente della Fondazione nazionale “Dopo di noi” di Anffas, Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale. «In questa pandemia ci sono state persone con disabilità rimaste senza genitori, ricoverati in ospedale per molto tempo o portati via dal coronavirus. E sono finite dove c’era un posto letto. Non sarebbe avvenuto se avessero avuto un progetto di vita futura in un contesto simile a quello familiare».

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