Fonte comunicato stampa Forum del Terzo Settore* - L’emergenza sanitaria di questi mesi ha portato alla più grande crisi economica e sociale del Paese dal dopoguerra ad oggi. Per far fronte alle difficoltà di moltissime persone che si sono ritrovate improvvisamente da sole a gestire difficili situazioni personali o familiari si è mobilitato immediatamente il Terzo settore che, pur con tutte le difficoltà dettate dal momento, si è impegnato per trovare soluzioni per non lasciare indietro nessuno, mettendo in campo un impegno straordinario. Ma quali difficoltà hanno incontrato le organizzazioni in questi mesi e quali misure sono state attivate per sostenerle e permettergli di non interrompere le proprie attività? Se ne è parlato durante il convegno promosso dal Forum Terzo Settore e da Mecenate90, “Possono i calabroni continuare a volare nonostante pandemia e indifferenza? A quali condizioni?” che si è svolto questa mattina a Salerno.

In questi mesi il Governo ha predisposto numerosi provvedimenti di sostegno per gli enti di Terzo settore, in ambito fiscale e previdenziale e attraverso contributi economici. Tra i tanti: la cassa integrazione in deroga, le garanzie pubbliche al credito agevolato, l’incremento del fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale, il credito di imposta sugli affitti; l’accelerazione delle procedure di erogazione del 5per mille; la soppressione del saldo Irap. Il Terzo settore del Mezzogiorno ha visto inoltre l’attivazione di una misura di sostegno inedita, con il fondo dedicato di 100 milioni del Ministero della Coesione territoriale e del Mezzogiorno.

Il Forum del Terzo Settore si è attivato sin da subito – ha dichiarato Maurizio Mumolo, direttore del Forum del Terzo Settorecon Governo e Parlamento per chiedere impegni concreti per le organizzazioni in difficoltà e per aiutarle ad uscire dalla crisi. Possiamo fare un bilancio positivo delle misure promosse dal Governo. Oggi però alcune di queste stentano a partire. Le associazioni e le imprese sociali del Mezzogiorno hanno molto apprezzato la creazione di un fondo dedicato, ora bisogna stringere tempi per il loro utilizzo. Diversamente si corre il rischio che diventino misure inefficaci perché tardive.”

Il seminario è stata anche una importante occasione per approfondire il tema dell’impresa culturale e del suo apporto essenziale non solo per l’economia del Paese ma anche per la coesione sociale delle comunità. L’impresa culturale rappresenta un’opportunità di lavoro per moltissimi giovani. È necessario, anche nel nostro Paese, una normativa che riconosca l’impresa culturale e che preveda misure di sostegno adatte ad un comparto così variegato che vede presenti insieme alle grandi imprese, moltissime organizzazioni non profit e società cooperative. “È urgente che Governo e Parlamento approvino una norma che preveda modalità e procedure per ottenere la qualifica di Impresa culturale ed un programma di sostegno al loro sviluppo, recuperando il ritardo rispetto alle indicazioni dell’Europa. Le imprese culturali sono un asse strategico per lo sviluppo del Paese, in particolare per il Mezzogiorno”. Così Ledo Prato, segretario Generale di Mecenate 90.

*A cui Anffas aderisce