Fonte www.redattoresociale.it - “Sottrarre opportunità di sviluppo ai bambini con disabilità è criminale”: lo ha detto forte e chiaro Roberto Speziale, Presidente nazionale Anffas e Vicepresidente di Fish, intervenendo ieri mattina al seminario, promosso dalla stessa Fish, “Bambine e bambini con disabilità: combattere la discriminazione nel gioco, un manifesto per agire subito”. Un appuntamento particolarmente significativo, alla vigilia della Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, seconda tappa di un ciclo di eventi online proposti dalla Federazione nell’ambito del progetto “Disabilità: la discriminazione non si somma, si moltiplica. Azioni e strumenti innovativi per riconoscere e contrastare le discriminazioni multiple”, finanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Obiettivo: lanciare un manifesto d’azione per combattere la discriminazione nei confronti dei bambini e delle bambine con disabilità. Un manifesto che parte dalla pratica naturale e tipica fra i più piccoli, ma che spesso viene compressa da pregiudizio, prassi e discriminazioni: il gioco. Il “Manifesto contro la discriminazione nel gioco per le bambine e i bambini con disabilità”, in lavorazione, ha quindi lo scopo di indicare azioni concrete che le istituzioni e soprattutto il terzo settore e l'associazionismo devono mettere in campo per garantire che a tutti i bambini siano offerte le stesse opportunità di sviluppo attraverso la fondamentale esperienza ludica. E contrastare, in questo modo, la multidisciminazione di cui i bambini con disabilità sono vittime quando il contesto inaccessibile si associa, come fattore discriminante, alle limitazioni dovute alla disabilità.

Il Presidente Speziale, nel suo intervento, ha innanzitutto messo in luce due assunti, dai quali l'iniziativa e il manifesto traggono ragion d'essere: “i bambini con disabilità ancora oggi sono discriminati e particolarmente in uno degli aspetti più importanti per il loro processo di sviluppo: il gioco, che è condizione essenziale per lo sviluppo armonico. Se questo è vero, ecco il secondo assunto: la nostra società non è inclusiva. Lo vediamo drammaticamente nell'emergenza sanitaria, dove proprio i bambini con disabilità sono tra le vittime principali. Pensiamo alla frattura nel contesto scolastico. Perché questo avviene? - ha domandato Speziale - Perché abbiamo un modello fortemente basato su quello medico e assistenziale, non biopsicosociale. Rendere il contesto inclusivo significa allora garantire a tutti pari opportunità e trattamenti. Il problema si sposta quindi sui sostegni che dobbiamo assicurare ad ognuno in relazione al proprio contesto personale familiare e sociale. La strada da percorrere è quindi quella del progetto personalizzato – ha affermato ancora Speziale - Sottrarre opportunità e possibilità di sviluppo a un bambino è criminale. Dobbiamo essere noi per primi attivatori, perché la società diventi inclusiva. E cominciare dai bambini è certamente una buona scelta”, ha concluso.

Per leggere l'articolo integrale pubblicato da Redattore Sociale è possibile cliccare qui