ruota panoramicaLa segnalazione di Anffas Bassano del Grappa

"Le regalo un pass, con questo lei potrà entrare nel mio mondo, lì troverà persone che la accoglieranno come lei è, senza distinzione alcuna". Con queste parole inizia la lettera di Giulia (nome di fantasia), adolescente con sindrome di Down, indirizzata al direttore di Gardaland ed inviata in seguito alla disavventura che l'ha vista protagonista con la sua famiglia nel famoso parco giochi.

Nei mesi scorsi, infatti, Giulia è andata a passare una giornata a Gardaland con la sua famiglia, socia di Anffas Bassano del Grappa, ma si è vista più volte negare l'accesso a determinate attrazioni sulla base di quanto indicato da un opuscolo fornito all'ingresso del parco. Una situazione spiacevole a cui la mamma, nonostante le proteste e le richieste di chiarimento, ha deciso di porre fine tornando a casa. La mamma di Giulia, però, non si è arresa e ha chiesto ed ottenuto un incontro con il direttore di Gardaland e con uno dei massimi responsabili della sicurezza dei parchi giochi, a cui ha cercato di spiegare quanto fosse discriminatorio l'atteggiamento assunto dal parco e quali fossero i punti più critici e poco comprensibili dell'opuscolo dedicato alla disabilità consegnato all'ingresso. Dai due rappresentanti la signora ha ricevuto parole rassicuranti e soprattutto delle scuse che avrà sicuramente riportato a sua figlia.

Quello di Giulia è solo uno degli ultimi episodi di discriminazione accaduti nei parchi di attrazione (molti dei quali segnalati sul sito www.superabile.it)una situazione che si è tentato di risolvere con un protocollo ad hoc. Questo si chiama "Protocollo C+1 Enterntainment" ed è stato predisposto dal CoorDown dopo un anno di lavoro e di confronto con i principali parchi italiani, i costruttori delle attrazioni e le Prefetture e i Vigili del Fuoco, responsabili della sicurezza delle strutture.

In particolare, il protocollo prevede che "le regole che possano comportare restrizioni all'accesso alle singole attrazioni devono essere indicate in modo chiaro, comprensibile e visibile a tutti, sia in loco che su eventuali materiali illustrativi e sul sito internet ufficiale del Parco". "Alle persone con sindrome di Down, se sono accompagnate da un adulto maggiorenne (accompagnatore e responsabile) - prescrive il testo - non può essere interdetto l'accesso alle attrazioni dopo aver informato l'accompagnatore e responsabile su possibili prescrizioni o limitazioni relative alla sicurezza dell'impianto e dopo aver rilasciato la dichiarazione", prevista secondo un modulo allegato al protocollo in cui si può dichiarare che il soggetto "non è affetto/a da nessuna delle patologie e/o disturbi comportamentali che potrebbero sconsigliarne o vietarne l'accesso alle attrazioni suddette".

Al momento hanno aderito Minitalia Leolandia di Bergamo, Zoomarine di Torvaianica (Roma) e l'Aqualandia di Jesolo. Gardaland, però, non si è ancora pronunciato sull'argomento.

Intanto, in attesa di ricevere altre buone notizie sul fronte dell'accessibilità e della non discriminazione, ringraziamo tutte quelle persone che, come la mamma di Giulia, non si sono arrese di fronte ad una ingiustizia ma che anzi, hanno lottato e chiesto a voce alta di veder rispettati i propri diritti.

Per appronfondire

Scarica il protocollo C+1 Entertainment

22 novembre 2011