"La sanità che vorrei", questo il titolo del numero di dicembre della rivista Panorama Sanità che vede a pagina 46 il contributo a firma di Roberto Speziale, in qualità di Coordinatore della Consulta Welfare del Forum Terzo Settore, e di Vanessa Pallucchi, Portavoce del Forum Terzo Settore, dal titolo "Welfare generativo". Nell'articolo si pone in evidenza come ad oggi il sistema di welfare risulti frammentato, non in grado di offrire certezze o garantire la presa in carico tempestiva e continuativa di quelle persone che si trovano in condizioni di fragilità, marginalità o a rischio di esclusione sociale.
I due autori espongono quindi una accurata riflessione scaturita dall'analisi portata avanti nello specifico dalla Consulta Welfare, indicando tre parole chiave per arrivare ad un modello di welfare fondato sui diritti e non sul concetto di protezione che, oltre a risolvere le problematiche individuali, possa generare benessere e miglioramento sociale per tutta la popolazione: Prossimità, Universalismo, Inclusività. 

Prossimità
Con il termine Prossimità alle persone e alle comunità non si vuole indicare la sola collocazione fisica sul territorio ma anche la rilevazione in modo puntuale degli effettivi bisogni. Vuol dire cioè orientare l’attività al fine di garantire i diritti e, da questo punto di vista, un utilizzo strategico degli strumenti della co-programmazione con il Terzo settore, dell’accreditamento e del convenzionamento può davvero risultare determinante.

Universalismo
Con l’Universalismo garantisce l’efficacia del diritto alla presa in carico della persona, a prescindere dal luogo in cui vive: non lasciare indietro o da solo nessuno deve rappresentare un imperativo categorico.

Inclusività
Con la piena Inclusività, infine, si vuole arrivare a realizzare una società che si adatta costantemente per garantire, a tutte le persone, pari opportunità e diritti e quindi una società che promuove la coesione mantenendo, sostenendo e sviluppando reti di relazioni, attività e iniziative collettive.

Punti fondamentali di questo welfare generativo sono un’adeguata e corretta allocazione delle risorse, la revisione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) e la loro integrazione con il sistema sociale, ma anche la definizione di livelli essenziali in tutti gli ambiti di intervento, facendo in modo che i diritti siano poi concretamente esigibili. Cruciale, si legge nell'articolo, è anche provvedere a sancire, definitivamente in norma, che l’affidamento dei servizi alla persona non sia effettuato attraverso gare al massimo ribasso.

La rivista è disponibile cliccando qui, ricordiamo che l'articolo è a pagina 46 del pdf.