Fonte Fondazione Telethon - Pomodori, zucchine, lattuga. Sono tanti gli ortaggi che i ragazzi di Anffas Imperia, tra le Associazioni in Rete di Fondazione Telethon, coltivano nella loro serra a Diano Marina per il progetto “Un seme dopo di noi”.

L’iniziativa, partita nel 2021, si basa sull'idea di un’agricoltura sociale, sostenibile e inclusiva che permetta a ragazzi e ragazze con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo di dimostrare le proprie capacità e sentirsi utili per la comunità.

La parola “seme” ha un ruolo chiave nel progetto. Da un lato fa infatti riferimento alle piantine che materialmente il gruppo di ragazzi, supportati da un agronomo volontario, ha piantato e continua a piantare nell'orto per produrre prodotti a km zero. Dall'altro però il “seme” ha anche un valore simbolico riferito al futuro, a quel “dopo di noi” che spesso preoccupa le famiglie di persone che convivono con una disabilità. Con “Un seme dopo di noi” Anffas Imperia vuole proprio dimostrare che, anche al di fuori dell’ambiente domestico familiare, i ragazzi possono avere una vita degnalibera ed indipendente, sentendosi parte di una comunità.

«Da trent'anni sono Presidente di Anffas Imperia - racconta Fiorenzo Marino - e cerchiamo sempre di creare attività nuove e stimolanti. Per “Un seme dopo di noi” abbiamo preso spunto dalla legge sul Dopo di Noi e abbiamo deciso di realizzare un’iniziativa di agricoltura sociale, green e inclusiva che permettesse un’interazione tra i nostri ragazzi e il territorio. Grazie ai soldi raccolti, tramite una campagna di crowdfunding, siamo riusciti a sistemare la vecchia serra fatiscente e il giardino che si trovano vicino ad una delle nostre strutture abitative, La Casa di Primo e di Lilli. La raccolta fondi online è andata così bene, che oltre alla serra, siamo riusciti a costruire anche un valido sistema di irrigazione».

La Casa di Primo e di Lilli è un luogo di ritrovo per i ragazzi Anffas, pensato per il Dopo di noi, ma anche per dare sollievo alle famiglie. Qui alcuni ragazzi dormono tutta la settimana, altri solo pochi giorni, ma tutti insieme, seguiti dagli operatori, ogni giorno mettono alla prova le proprie capacità, lavorando sull'autonomia. Cucinano, fanno la spesa, sistemano. Tutto quello che normalmente si fa in una casa, lo fanno anche i ragazzi. La gestione dell’orto e del giardino è un ulteriore tassello in questo percorso di crescita personale.

Non solo agricoltura sociale, ma anche sostenibile con uno sguardo ad un “dopo di noi” più ampio, che ci accomuna tutti. Il sistema di coltivazione utilizzato per “Un seme dopo di noi” è infatti di tipo idroponico, ovvero fuori suolo, con sacchetti in fibra di cocco, che permette di non sporcare e di essere riciclato. Green è anche l’impianto di irrigazione, che sfruttando il pozzo presente nel giardino della Casa di Primo e di Lilli permette di raccogliere l’acqua piovana, senza sprechi idrici.

«Il nostro obiettivo è dare ai ragazzi strumenti per autodeterminarsi - spiega Emanuele Morandi, referente della Casa di Primo e di Lilli - La serra è uno di questi strumenti. I ragazzi sono orgogliosi di sapere che i loro prodotti piacciono alla gente. Grazie all'agricoltura si sentono utili».

Un progetto sostenuto dalla comunità

La comunità di Imperia e provincia ha risposto con grande entusiasmo al progetto “Un seme dopo di noi”. Sono circa 300 i donatori che hanno aderito alla campagna di crowdfunding, permettendo di superare di molto le aspettative di Anffas Imperia. Ma il coinvolgimento del territorio è anche pratico e questo rende l’iniziativa davvero inclusiva. Sia nei lavori di ristrutturazione, che nell'allestimento delle coltivazioni e nella pubblicizzazione del progetto, l’associazione è stata supportata da alcune scuole della provincia.

«Credo che i ragazzi debbano stare tutti insieme - continua Marino - bisogna includere chi ha una disabilità. È stato bello vedere come gli studenti aspettavano con grande entusiasmo gli incontri nella serra con i nostri ragazzi. Credo che questa iniziativa abbia avuto un così grande successo perché si tratta di un progetto concreto, che ha reso partecipe la comunità in ogni fase».

Oltre alle scuole, “Un seme dopo di noi” può contare anche sul sostegno di alcune realtà locali come “Solo blu” che fornisce gratuitamente le piantine da coltivare e l’agriturismo “Il colle degli ulivi” che, oltre a dare assistenza tecnica per le coltivazioni, aiuta Anffas Imperia nella distribuzione dei prodotti raccolti, facendoli conoscere alla comunità e dimostrando che le attività dei ragazzi possono produrre benefici per tutti.

«Ogni ragazzo nella serra fa quello che può in base alle proprie possibilità, ma anche l’attività più semplice rappresenta la loro capacità di autonomia, di indipendenza e di autodeterminazione - continua Morandi - credo che la gente abbia bisogno di realtà e non di racconti pietistici. Con questa iniziativa vogliamo fare qualcosa di concreto che mostri le qualità e le potenzialità delle persone con disabilità».