Fonte www.vita.it - Volontariato e associazionismo sociale, si punta sull'inserimento lavorativo di giovani e over50. È questo uno degli ambiti di intervento prioritari che il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociale intende individuare per il 2013.

Lo ha detto il viceministro Maria Cecilia Guerra alla Camera (commissione affari sociali) dove ha presentato le linee programmatiche del ministero. Nessun contenuto particolarmente rilevante in realtà è emerso riguardo a queste aree, con il viceministro Guerra si è limitata a dire che «gli ambiti di intervento prioritari, le modalità ed i criteri per il finanziamento sono stabiliti da una direttiva annuale del Ministro del lavoro e delle politiche sociali che, per il 2013, probabilmente riguarderanno i seguenti ambiti:

1. la realizzazione di progetti sperimentali in favore di particolari categorie svantaggiate (disabili, giovani, bambini, madri in situazione di disagio sociale, anziani, migranti);

2. attività a sostegno delle donne che si trovano in condizioni di particolare disagio sociale (ad es. donne che hanno subito violenze, sia di tipo fisico che di tipo psicologico);

3. attività dirette a favorire l'inserimento nel mondo del lavoro di soggetti, in particolare giovani e over 50, che si trovano in determinate condizioni di disagio sociale o che appartengono a determinate categorie svantaggiate».

Impresa sociale Citata invece l'impresa sociale, a cui il Ministero guarda con grande interesse «anche per il fatto che le stesse si possono considerare, in determinati contesti di crisi, come soggetti attivi nel rilancio della competitività e dello sviluppo, in particolari settori produttivi e territori, offrendo nuove opportunità di lavoro per i soggetti coinvolti anche attraverso formule imprenditoriali innovative ed originali».

Il ministero «sta costituendo un gruppo di stakeholders italiani della materia come gruppo consultivo per interagire con la Commissione europea sulla normativa europea in materia, al fine di migliorare e/o integrare la normativa nazionale».

Più oltre il viceministro ha chiarito che nell'ambito della nuova programmazione del Fondo sociale europeo 2014-2020 l'Italia ha lavorato per «il rafforzamento del modello italiano di impresa sociale ai fini dell'inserimento lavorativo nonché della Responsabilità sociale delle imprese in chiave di azione per l'inclusione sociale».

CSR

Il Ministero ha presentato il Piano d'azione nazionale sulla responsabilità sociale d'impresa 2012/2014 e sta lavorando a un piano nazionale distinto su "impresa e diritti umani", che dovrebbe essere ultimato entro settembre 2013.

Linee di indirizzo e livelli essenziali

Diversi spunti sono stati invece dati dal viceministro Guerra su altre aree di intervento. Per esempio Guerra ha fatto riferimento alle nuove linee di indirizzo elaborate per l'affidamento familiare: a seguito delle nuove linee guida in dieci comuni è stata avviata una sperimentazione di 18 mesi per verificare l'attuazione delle linee di indirizzo e correggerne le criticità.

È la prima volta che si definiscono strumenti di questo tipo nel nostro sistema di servizi sociali, che dopo la riforma del titolo V «è rimasto privo di strumenti di indirizzo e di coordinamento a livello nazionale». Le linee di indirizzo, «per quanto evidentemente con una portata molto più limitata e molto meno cogente dei livelli essenziali», dice Guerra, «rappresentano un potente strumento di orientamento nazionale delle pratiche dei territori, cui non solo gli amministratori possono far riferimento, ma anche i cittadini».

Ed ecco quindi l'idea di replicare l'iter ad ampio spettro nel settore delle politiche sociali, con già programmata «la replica del modello sperimentato per l'affido in un altro settore molto delicato di intervento per i servizi sociali, quello in favore delle persone senza dimora».

Integrazione e immigrazione

Un'ampia scheda è dedicata alle politiche per l'immigrazione e l'integrazione. Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ritiene fondamentale «pensare a linee di indirizzo e strategie che si rivolgano alle esigenze delle persone migranti a 360 gradi: lavoro, salute, casa, lingua, formazione». In particolare al Ministero, dopo la soppressione del Comitato Minori Stranieri per effetto della spending review, competono le attività ad essi collegate. Sono 5.788 i MSNA presenti in Italia al 30 aprile 2013 (di cui solo 331 femmine), provenienti soprattutto dal Bangladesh. È stato istituito un Tavolo ad hoc per proseguire il lavoro svolto con le regioni e i comuni in seno alla Protezione civile e al Ministero dell'interno per l'emergenza Nord Africa. Questo Tavolo nel corso del 2013 aggiornerà le linee guida per i MSNA (risalgono al 2003) con l'obiettivo di inserirvi una semplificazione sulle richieste di conversione del permesso di soggiorno al compimento dei 18 anni. Prevista anche una revisione degli standard di accoglienza in comunità, per percorsi più incisivi sull'autonomia e l'inserimento socio-lavorativo.

I Comuni dovranno pazientare ancora per avere i contributi per il superamento dell'emergenza Nord Africa: il ministero è ancora in attesa di disponibilità di cassa per i 5 milioni di euro destinati al Fondo nazionale per l'accoglienza dei Minori Stranieri Non Accompagnati. Sta partendo anche un sistema informativo online finalizzato a tracciare il percorso di accoglienza dei minori, che verrà sperimentato nel 2013 in modo da essere a regime nel 2014: «la sua operatività tuttavia – mette le mani aventi Guerra – è fortemente condizionata dal reperimento di risorse stabili e pluriennali».

Una seconda sperimentazione riguarda il sistema informativo dei minori stranieri accolti per programmi solidaristici, 20mila nel 2012, provenienti soprattutto da Bielorussia, Ucraina e Bosnia-Erzegovina: anche qui il 19 marzo sono state adottate nuove linee guida e si punta a una informatizzazione di tutte le procedure, che sarà attiva dai progetti invernali 2013, così che poi sia a regime per il 2014.

12 giugno 2013