L'Unione Europea ratifica la Convenzione ONU
E lo fa come organizzazione a sé stante, un fatto che si verifica per la prima volta rispetto a un trattato internazionale sui diritti umani . Riteniamo dunque particolarmente importante e significativo che ciò sia accaduto proprio per la Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità. Si tratta senz'altro di un passo fondamentale per mettere concretamente "in movimento" quella che è stata definita anche come «una potente macchina della quale dispiegare tutte le grandi potenzialità»
Agosto 2006: al Palazzo delle Nazioni Unite di New York, tra l'entusiasmo dei presenti, viene ratificata la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità«I cambiamenti - aveva dichiarato qualche settimana fa a Bruxelles Hywel Ceri Jones, co-presidente del Consorzio Europeo delle Fondazioni sui Diritti Umani e la Disabilità - richiedono una nuova dinamica di riforma per essere incorporati nei processi a tutti i livelli e la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità ha effettivamente predisposto una nuova architettura per consentire questi cambiamenti. Se la recepiremo in maniera corretta, questa "macchina" dispiegherà a pieno tutte le sue potenzialità».
Ebbene, un passo fondamentale per "mettere la macchina in movimento" l'Unione Europea l'ha fatto proprio oggi, ratificando la Convenzione ONU nella sessione di stamani del proprio Consiglio, un fatto davvero "storico", innanzitutto perché - come avevamo già ricordato nei mesi scorsi - è la prima volta che succede, da parte dell'Unione intesa come organizzazione a sé stante e non in riferimento ai singoli Stati che la compongono.
Approfondiremo naturalmente nei prossimi giorni l'argomento, ma quel che è certo è che d'ora in poi le Istituzioni dell'Unione Europea dovranno conformare la propria normativa ai princìpi sanciti nella Convenzione - entrata in vigore il 3 maggio del 2008 - così come per tutti i settantaquattro Stati che l'hanno finora ratificata.
Vale anche la pena ricordare i Paesi europei che hanno proceduto a questo passo, insieme all'Italia, vale a dire Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Germania, Gran Bretagna, Portogallo, Repubblica Ceca, San Marino (tra i primi), Serbia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. (S.B.)

Fonte: www.superando.it

Comunicato stampa dell'EDF sulla rtifica della CRPD da parte dell'UE
Traduzione e riadattamento a cura di Anffas Onlus

Anche l' EDF commenta positivamente la ratifica da parte dell'Unione Europea della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Di questo momento storico sottolinea come la Convenzione abbia ottenuto numerosi importanti primati: è il primo trattato sui Diritti Umani del 21mo secolo ed il più rapido ad essere stato ratificato da un numero impressionante di Stati dalla sua entrata in vigore, nel 2008. Da allora, ben 143 sono state le firme e 74 le ratifiche in soli 32 mesi dall'apertura alle firme. Tutto a sottolineare il massimo impegno assunto dalla comunità internazionale sul tema della disabilità.
Nello specifico, tutti i paesi della UE hanno firmato la Convenzione e 12 l'hanno ratificata (Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Ungheria, Italia, Slovenia, Spagna, Svezia, Portogallo e Regno Unito. La ratifica da parte dell'Unione Europea, si legge nel comunicato stampa dell'EDF, "lancia un forte segnale a tutti i paesi che non l'hanno ancora ratificata".
Ma cosa significa questo a livello pratico: vuol dire che l'Unione Europea dovrà trasporre i principi contenuti nella Convenzione in tutte le politiche di sua competenza: dal trasporto all'impiego e dalle tecnologie dell'informazione e comunicazione alla cooperazione allo sviluppo. Significa inoltre che dovrà adeguare l'accessibilità dei suoi stessi edifici così come quella delle sue regole di reclutamento del personale e delle politiche della comunicazione.
L'EDF conclude, però, il suo comunicato con alcune "note di preoccupazione", principalmente su due punti:
sulla riserva espressa dal Consiglio di escludere l'assunzione delle persone con disabilità nelle forze armate e sul fatto che è stata ritardata la ratifica del Protocollo Opzionale della Convenzione, rimandando di fatto la possibilità, per i cittadini europei, di rivendicare i propri diritti qualora i tribunali nazionali non li tutelino adeguatamente.
Rimane ora da implementare il meccanismo di monitoraggio della Convenzione che, ricorda sempre l'EDF, deve rispettare i principi di autonomia e deve essere libero da ogni forma di pressione.