Fonte www.redattoresociale.it - Una sentenza potrebbe - o meglio dovrebbe - fare la riforma. O almeno ispirarla. È quanto suggerisce e auspica Gianluca Rapisarda, consigliere della Federazione Pro Ciechi, commentando su Orizzonte Scuolail verdetto del Tar Lazio sul caso Sicilia. In sintesi, gli avvocati di Anief Walter Miceli e Fabio Gana avevano denunciato la grave situazione del sostegno nella regione, dove 7 mila insegnati di sostegno su 18 mila è supplente. Supplente significa precario: dal punto di vista dell'alunno con disabilità, significa cambiare quasi certamente insegnante di sostegno, almeno una volta (ma spesso più volte) nel corso dell'anno. Questa situazione era favorita dalla prassi dell'Ufficio scolastico regionale di assegnare i docenti di sostegno sulla base di “numeri virtuali o datati, rilevati in modo parziale o in base a stime per nulla corrispondenti alla realtà”, come ha denunciato Anief.

Ora, la sentenza obbliga il Miur ad attivare il numero di posti di sostegno in base all'effettiva esigenza degli alunni con disabilità e a rilevare con precisione il fabbisogno su tutto il territorio nazionale. Sulla base di quanto disposto, infatti, la dotazione organica di sostegno non può e non deve “essere ancorata sic et simpliciter a quanto esistente più di un decennio addietro, dovendosi invece puntualmente e attentamente monitorare la situazione per l’evidente aumento delle patologie individuate come rilevanti”. In tale quadro,continuano i Giudici del Tribunale Amministrativo, “l’obbligo dell’amministrazione si traduce nella necessità di un'attenta istruttoria anche verificando la concreta esistenza delle condizioni legittimanti la necessità di insegnanti di sostegno, non potendosi lasciare esclusivamente all’esperimento degli strumenti di tutela la riconduzione a legittimità, attesa la particolare condizione della popolazione scolastica con disabilità”.

La decisione del Tar Lazio avrà senza dubbio ripercussioni anche a livello nazionale, perché per la prima volta i giudici amministrativi sono entrati nel merito di come vengono determinati gli organici di sostegno – commenta Rapisarda - In Sicilia, quest’anno, per gli oltre 27 mila alunni con disabilità sono previsti 18 mila e 506 posti di cui il 38% coperti da docenti 'in deroga', non specializzati e non abilitati e che, cosa ancor più grave, non appartenendo all’organico di diritto, cambiano ogni anno. Ora, con la sentenza del Tar Lazio si stabilisce, per la prima storica volta nel nostro Paese, che il ricorso frequente ed indiscriminato ad un numero eccessivo di insegnanti 'ballerini' lede i diritti dei lavoratori, ma soprattutto quello sacrosanto della continuità didattica degli allievi con disabilità – continua Rapisarda -. Gli usr non potranno più emettere il solito decreto direttoriale con cui dispongono un numero crescente di posti in deroga non variando i posti di diritto – conclude –. Siamo quindi di fronte a una sentenza 'esemplare' e 'spartiacque' con la quale, d’ora in poi, i nostri governanti dovranno giocoforza fare i conti, anche in vista dell’imminente preannunciata riforma del sostegno”.